Progetto METE
Imprescindibili per costruire/ricostruire il dialogo europeo, le presenze della mediazione culturale rappresentano un orizzonte di studio e di ricerca spesso ancora insondato. Il gruppo di ricerca METE (Mediatori e Traduttori Europei) si propone di costruire una rete di archivi di mediatori e traduttori europei. Il progetto terrà conto di fonti di diversa tipologia, sia autografe che a stampa, ma anche dei luoghi di pubblicazione (case editrici, riviste e giornali), che hanno accolto e promosso la mediazione. Ciò potrà significare un’attenzione a fonti inedite come a materiale non ancora indagato. Per i traduttori si analizzeranno le varie stesure delle traduzioni, il che implicherà una riflessione sull’identità autoriale di chi traduce e dei suoi testi.
Dialogico fin dal suo nascere, il lavoro di chi è divenuto portavoce, attraverso studi e/o traduzioni, di un paese straniero, si è fatto nello stesso tempo tramite di un’importazione che, partendo e approdando a una cultura di arrivo, ha raccolto e interpretato le diversità relative non solo alla lingua, ma anche alle forme di comunicazione e alla tradizione di pensiero. Questo compito duplice, a volte persino sdoppiato fra un mondo e l’altro, è stato nel tempo realizzato da figure dall’identità difforme: giornalisti, accademici, traduttori, scrittori, filosofi, registi, sceneggiatori. Un’eterogeneità di presenze e di approcci fortemente produttiva per quel dialogo che di volta in volta ogni mediatore ha saputo creare nonché per i suoi effetti sull’intero sistema delle singole culture, la cui nascita e il cui sviluppo non ha mai potuto prescindere da tali dinamiche di interazione. Fin dai tempi dell’umanesimo, quando la circolazione dei testi derivava dal prestigio indiscusso delle fonti antiche, la necessità della mediazione appare connaturata alla formazione dell’identità europea. Se il modello degli antichi è stato poi parcellizzato, o meglio diversamente orientato, all’interno delle diverse culture nazionali, il dialogo fra lontananze nel tempo e nello spazio si è mantenuto costante. Queste lontananze hanno dato vita a forme varie di transizione e di trasformazione: l’intento del gruppo di ricerca è di analizzare gli esiti dei vari innesti da cui è derivato il processo di appropriazione. L’aspetto della ricaduta nella cultura di arrivo è altrettanto importante quanto quella delle fonti e delle ragioni che hanno portato a privilegiare un testo, un autore o un settore di studio anziché un altro. Del resto nessuna scelta è autonoma e se la rete di connessioni privilegia il dialogo, questo non può essere vagliato senza considerare le contingenze e le concomitanze in cui si è realizzato. Nel ricostruire profili e metodi di singoli mediatori, sarà perciò fondamentale approfondire le relazioni interne, sondare i singoli autori, studiosi o traduttori in rapporto all’orizzonte di attesa, destinato anche questo a mutare nel corso del tempo.
Il gruppo METE ha attivato convenzioni di collaborazione con la Biblioteca nazionale centrale di Roma e con la Fondazione Sapegno.